L’improvvisazione e la scarsa professionalità, che brutte bestie!
La lingua batte dove il dente duole, dicevano gli antichi, ma proprio non ce la faccio a starmi zitto, non ce la faccio ad assistere inerme alla decadenza di un ruolo importante, quello del comunicatore.
Senza entrare nel merito delle pur grandi differenze che passano tra i vari mezzi di comunicazione, in tutti i casi è richiesta comunque la professionalità minima per poter acquisire una certa autorevolezza.
E se nel caso della stampa “tradizionale” ci pensa l’appartenenza all’Ordine dei Giornalisti a fare da filtro, in altri ambiti è l’improvvisazione e la legge della giungla a regnare, con i risultati che spesso si possono vedere.
“Faccio comunicazione” diventa allora la formula magica con la quale personaggi senza arte né parte vanno in giro mendicando oboli a sprovveduti imprenditori, convinti che l’investimento promozionale non sia appunto un investimento ma piuttosto una spesa inutile, per la quale destinare un budget misero.
E vai allora con il social manager improvvisato, quello che condivide contenuti poco interessanti (se va bene) o che comincia a taggare come un folle tutto il taggabile, alla ricerca di qualcuno che gli dia retta.
C’è poi l’addetto stampa farlocco, il mio preferito, quello che manda un comunicato (in violazione della legge) dicendo che il suo prodotto/evento è il migliore, sperando che qualche testata glielo pubblichi per sfinimento.
Ci sono poi i webmaster che fanno i siti tutti uguali, cambiando solo intestazione e colori di base; i copywriter e i content manager che riciclano i contenuti, fino agli pseudo-influencer che si atteggiano anche se hanno un pubblico fuori target per la gran parte delle aziende con le quali collaborano.
Ripetiamolo ancora una volta: la comunicazione è una cosa seria! Se stai dando 50 euro al mese a qualcuno per “curartela”, sappi che stai buttando quei soldi. Tanto vale darli in beneficenza, saranno stati molto più utili!