Diciamolo francamente, la campagna elettorale, quando non sei tu il candidato e quando lo stesso concetto di politica non ti fa schifo, è davvero una cosa figa.
Dopo qualche anno di esperienza, posso tranquillamente dire che la parte più bella della preparazione ad un’elezione è incontrare e conoscere gente nuova. Sono le storie, da buon giornalista, quelle che mi colpiscono di più.
Alcune sono disperate, non v’è dubbio. Altre sono di ordinaria quotidianità, altre ancora invece – purtroppo – sono meschine, fatte cioè da comparse che con la campagna elettorale sperano solo di lucrare qualcosa.
E’ evidente che in un contesto come quello degli ultimi anni, parlare di politica provoca in molte persone una fastidiosa orticaria; eppure, credetemi, in linea teorica non c’è niente di più nobile della politica. Il problema semmai, come noto, sono proprio i politici, per lo meno una discreta parte.
Non andare a votare però, nonostante tutto, è sempre la scelta sbagliata.
Per prima cosa, si lascia agli altri la delega di un diritto/dovere civico che invece la Costituzione attribuisce a ciascun cittadino italiano maggiorenne. Questo significa che poi, se le cose non vanno bene, non abbiamo neppure il diritto di lamentarci.
Altra conseguenza, forse più grave, è quella di favorire i cosiddetti “voti di apparato”, ossia i voti strutturati, organizzati nelle segreterie politiche – quando va bene – o peggio dalla criminalità organizzata, se va malissimo. E’ evidente che un alto tasso di astensione incrementa l’incidenza di questo tipo di voti mentre una grande partecipazione democratica non può che “diluirne” la portata.
Infine, ma non per importanza, c’è la questione che io chiamo, magari impropriamente, “morale”.
Non riesco infatti a sminuire un gesto come quello del voto, è più forte di me: mi vengono in mente lotte democratiche, Paesi nel caos, vittime innocenti. Non esercitare questo diritto dunque, mi fa sentire un po’ in colpa.
Ma forse, quello strano, sono io.
Cari amici siciliani, andate dunque a votare il prossimo 5 novembre: leggete i programmi, guardate le esperienze, ascoltate i candidati e alla fine, votate!